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I diritti del lettore secondo Pennac

Pubblicato il 26/05/2024

Abbiamo già dedicato un articolo alla lettura come esperienza benefica per la mente e il corpo, sottolineando i vantaggi che si possono trarre dal leggere anche solo qualche pagina al giorno.

Oggi torniamo a parlare di lettura e lo facciamo attraverso le parole di Daniel Pennac, autore francese e appassionato lettore, che nel suo libro “Come un romanzo” ha delinato i "Diritti del Lettore" per celebrare e promuovere il piacere della lettura.

Di seguito esploreremo dunque quelli che per Pennac sono i 10 diritti del lettore e scopriremo come vivere pienamente e serenamente l’esperienza della lettura.

Il diritto di non leggere

“Come ogni elenco di “diritti” che si rispetti – scrive Pennac – quello dei diritti alla lettura dovrebbe aprirsi con il diritto di non servirsene”. L’autore ci ricorda così che il mondo è pieno di persone che non leggono e che non per questo sono meno rispettabili o piacevoli.

In un mondo che sembra aver fatto della performance un vero e proprio valore, in cui sui social si fa a gara a chi legge di più, abbiamo tutto il diritto di non leggere e non dobbiamo sentirci in colpa se per uno o più giorni il libro rimane fermo sul comodino perché ad esso preferiamo una serata al cinema o qualsiasi altra cosa. La lettura deve essere prima di tutto un piacere e mai un obbligo o un dovere (come dice lui, morale) da rispettare.

 Il diritto di saltare le pagine 

Il secondo diritto del lettore è il diritto di saltare pagine. Pennac sottolinea che da bambini, come piccoli lettori in erba, così come da adulti, non c'è nulla di male nel decidere di andare avanti o indietro nel libro. La lettura non deve necessariamente essere un percorso lineare, ma un viaggio personale, un’esplorazione libera delle e tra le pagine.

Il diritto di non finire il libro 

Abbiamo provato tutti la sensazione di fallimento, di inadeguatezza che si prova nell’abbandonare una lettura a metà, soprattutto nel caso di libri definiti dai più veri e propri capolavori.
Con questo diritto riconosce che non tutti i libri sono destinati a essere amati da tutti i lettori. Non siamo obbligati a finire un libro che non ci coinvolge o che non ci appassiona: nessun senso di colpa quindi per i libri che decidiamo di non finire di leggere!

Il diritto di rileggere

Per Pennac vale il diritto di rileggere un libro, per dargli un’altra possibilità, per vedere se è cambiata la nostra opinione su di esso, per “il piacere della ripetizione, la gioia di un nuovo incontro, la messa alla prova dell’intimità”.

E noi siamo d’accordo con lui. Anche se a volte sembra una perdita di tempo di fronte ai tanti libri che abbiamo ancora da leggere a volte la pratia della rilettura è un'esperienza unica: offre nuove prospettive sui personaggi, il loro carattere e le loro azioni, fa assaporare dettagli che la prima volta ci sono sfuggiti, ci fa rivivere emozioni mai sopite.

 Il diritto di leggere qualsiasi cosa 

Con questo diritto l’autore sottolinea la libertà di scegliere cosa leggere, di fare ciascuno il proprio percorso di lettura, tra i buoni e i cattivi romanzi, perché tanto un bel giorno i primi avranno la meglio.

E in fondo, ci viene da dire, poco importa che siano saggi, classici, romanzi, fumetti o fantasy. Ogni libro e ogni forma di lettura ha il suo intrinseco valore ed è giusto che ciascun lettore scelga liberamente ciò che lo appassiona seguendo i propri gusti e interessi, senza paura dei giudizi altrui.

Il diritto al bovarismo

Scrive Pennac: “è questo, a grandi linee, il “bovarismo”, la soddisfazione immediata ed esclusiva delle nostre sensazioni: l’immaginazione che si dilata, i nervi che vibrano, il cuore che si accende […] Gli idoli letterari si spiegano ampiamente con la nostra alternanza di infatuazioni illuminate e rinnegamenti perspicaci. Mai ingenui, sempre lucidi, passiamo il nostro tempo a succedere a noi stessi, eternamente convinti che madame Bovary sia l’altro”.  Abbiamo diritto di lasciarci prendere dalla storia, di emozionarci, di piangere, di vivere il libro sulla nostra pelle, qualunque esso sia.

Il diritto di leggere ovunque

Possiamo leggere ovunque ci sentiamo ispirati: in un parco, sul divano di casa, in fila alla posta o in riva al mare. La lettura non conosce limiti e confini e ogni lettore può compiere l’azione di leggere in ogni momento e luogo purché sia felice di farlo.

 Il diritto di spizzicare 

Concedersi la libertà di prendere un volume a caso, aprirlo dove capita e immergercisi un istante, proprio perché si dispone solo di quell’istante. Vale per tutti i libri, anche se, secondo Pennac, alcuni di essi, si prestano benissimo a questa pratica perché fatti di testi brevi e separati tra loro, come i racconti di Kafka o le poesie, per esempio. “Quando non si ha né il tempo né i mezzi per concedersi una settimana a Venezia, perché negarsi il diritto di passarvi cinque minuti?”

 Il diritto di leggere a voce alta 

“L’uomo che legge a viva voce si espone completamente. […] Se legge veramente […] allora i libri si spalancano e in essi, dietro a lui, si riversa la folla di coloro che si credevano esclusi dalla lettura.”

Scrive Pennac che leggere ad alta voce vuol dire dare vita alle parole che si mettono ad esistere fuori dai libri, fuori da noi in un esercizio di pura meraviglia.

Il diritto di tacere 

L’uomo per Pennac “vive in gruppo perché è gregario ma legge perché si sa solo. […] La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire. [...] Le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere. E nessuno è autorizzato a chiederci conto di questa intimità”. Un’intimità che ciascuno è libero di vivere in solitaria, in silenzio, con i suoi tempi, per concentrarsi e immergersi nella lettura.

Questo è l’approccio che ci suggerisce Pennac, questi i 10 diritti da tenere a mente e seguire per vivere la lettura come esperienza davvero completa ed appagante, come un piacere libero da obblighi, vincoli e doveri, guidato solo dall’amore per le parole, i libri e quello che di prezioso sanno donarci.

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